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Che cosa sono gli isoflavoni?
Gli isoflavoni sono polifenoli privi di colore appartenenti alla classe dei flavonoidi.
Essi, a differenza degli altri flavonoidi, si trovano esclusivamente nelle piante appartenenti alla famiglia delle Leguminose o Fabacee (di cui fanno parte: fava, fagiolo, pisello, cece, lenticchia, cicerchia, lupino, trifoglio rosso, soia); quantità inferiori si rilevano anche in altri cibi (ad es. cereali integrali e finocchio). Particolarmente ricchi di isoflavoni risultano essere il trifoglio rosso (una pianta officinale) e la soia.
Per quanto riguarda quest’ultima ed i suoi derivati, come il latte di soia, il tofu, il tempeh e il miso, sono la principale fonte di isoflavoni nella dieta umana. Il contenuto in isoflavoni della soia e dei prodotti derivati varia in modo considerevole in funzione della zona geografica e delle condizioni di crescita e lavorazione; ad es. la soia ne contiene tra 580 e 3800 mg/kg di peso fresco mentre il latte di soia tra i 30 e i 175 mg/L.
Gli isoflavoni più abbondanti in questi alimenti sono la genisteina, la daidzeina e la gliciteina, in genere presenti in rapporto di concentrazione 1:1:0,2 (Rizzo G et al, 2018).
Anche se gli isoflavoni non sono steroidi, sono strutturalmente simili agli estrogeni, in particolare all’estradiolo. Questo conferisce loro proprietà pseudo-ormonali, compresa la capacità di legarsi ai recettori per gli estrogeni, e sono per questo considerati fitoestrogeni o estrogeni vegetali.
Tuttavia, gli isoflavoni hanno un debole potere estrogenico, compreso tra un millesimo ed un decimillesimo di quello dell'estradiolo (ormone sessuale -estrogeno- che in ambito farmacologico viene utilizzato principalmente contro i sintomi della menopausa). Nonostante questo, sono in grado di produrre effetti fisiologici (estrogeno-simili) perché i loro livelli ematici sono estremamente elevati nelle donne (e negli uomini) che assumono alimenti a base di soia.
Quindi non sorprende che si sia sviluppato un interesse, sia tra i consumatori che tra i ricercatori, nei confronti di possibili terapie alternative che presentino vantaggi simili a quelli degli estrogeni.
Inoltre, poiché i legumi, la soia in primis, sono una parte importante della dieta in molte culture, questi flavonoidi potrebbero avere un grande impatto sulla salute umana.
Vediamo alcuni benefici generici degli isoflavoni di soia:
Benefici degli isoflavoni specifici per le donne
La similitudine degli isoflavoni di soia con gli estrogeni femminili fa sì che i benefici specifici per le donne siamo molti e fra loro diversificati, ecco quelli più importanti.
Sebbene queste molecole siano state oggetto di numerose ricerche, il loro ruolo per il benessere dell'organismo umano rimane controverso (Messina M, 2016; Sukalingam K et al, 2015), a causa degli effetti simili agli estrogeni che possono essere un rischio per alcuni individui, in particolare, per esempio, donne con cancro al seno o con la possibilità di contrarla (Hüser S et al, 2018). Inoltre, vi sono sostanziali incongruenze tra i risultati ottenuti dagli studi epidemiologici condotti sulla popolazione orientale, che hanno trovato proprietà benefiche per la salute e studi clinici occidentali, che hanno riscontrato effetti meno positivi.
Altro argomento parecchio dibattuto è quello relativo ai potenziali effetti negativi della soia su soggetti con patologie tiroidee. Effettivamente sembra che la soia interferisca con l’utilizzo dello iodio da parte delle cellule tiroidee e che potrebbe essere causa dell’iperplasia alla base del cancro alla tiroide. Parliamo ancora di studi non confermati e l’unica cosa certa è che effettivamente la soia interferisce con l’assorbimento dei farmaci utilizzati per la cura di patologie tiroidee, primo tra tutti l’Eutirox. Resta importante assicurare l’introito di iodio se si segue un’alimentazione a base di soia per evitare che la quantità di questo minerale sia interferita dal suo consumo e evitare di mangiare soia se si hanno patologie che compromettono totalmente la funzionalità della tiroide, come ad esempio la tiroidite di Hashimoto (Hüser S et al, 2018).
Altro dubbio è quello relativo all’origine della soia che sembra essere per la maggior parte un legume OGM (organismi geneticamente modificati). La questione OGM è ancora alla base di numerosi dibattiti in quanto non si riesce ancora a comprendere se effettivamente possano avere o meno un ruolo sulla regolazione genica del nostro organismo inducendo dei problemi. Oggi è possibile acquistare della soia etichettata come NON OGM presso i negozi più forniti per eludere questo problema.
In conclusione, mangiare più cibi a base di soia è facile e delizioso ma, come della maggior parte degli altri alimenti, non bisogna abusarne.
Dal momento che la soia è un cibo sorprendentemente versatile, esistono possibilità innumerevoli per aggiungere più soia alla vostra dieta. Ciò rende l'assunzione di cibi a base di soia uno dei più semplici cambiamenti che si possano effettuare per migliorare la salute. Le Ricerche suggeriscono che l'aggiunta di 2 porzioni di cibi a base di soia al vostro menù quotidiano può aiutare a ridurre il rischio di osteoporosi e cardiopatia, e forse può permettere di alleviare alcuni degli effetti collaterali della menopausa.
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Articolo a cura della Dott.ssa Natalia Di Pietro
PhD - Laboratory of Vascular and Stem Cell Biology
Department of Medicine and Aging Sciences - University “G. d’Annunzio”
Centro Scienze dell’Invecchiamento e Medicina Traslazionale, CeSI-MeT
Bibliografia